BACCABIANCA 2006 - Tenuta Grillo
...denso, ricco di “fondo”, ti aspetti un vino che è una mazzata, ed invece mostra i muscoli solo in parte, rilevandosi strepitoso nell’abbinare struttura e sensazioni olfattive-gustative particolari, senza risultare faticoso o stancante… anzi… piacevole e gustoso
Ho recentemente parlato di un produttore “naturale” come La Stoppa e del suo Gutturnio Rosso, ora ci trasferiamo dai colli Piacentini alle colline del Monferrato, precisamente a Gamalero, presso la Tenuta Grillo di Igiea e Guido Zampaglione. Sono entrato in contatto diretto con i vini del “Grillo” alla recente edizione della Terra Trema, dove ho potuto assaggiare e acquistare un paio di bottiglie che mi avevano incuriosito, ovvero il Baccabianca di cui vi scrivo oggi e il Pecoranera, attualmente dormiente in cantina (almeno fino a quando resisto a non stapparlo…).
Prima di raccontarvi del bevuto è doveroso introdurre l’argomento Zampaglione-Grillo-Vini Naturali, perché al di là dei pregi e difetti di ogni singola bottiglia è l’idea di vino e di come realizzarlo, a rendere questa cantina una tra le realtà più interessanti tra i produttori naturali.
Innanzi tutto c’è un filo conduttore che lega Tenuta Grillo e La Stoppa. Guido Zampaglione (che gli appassionati già conoscono per la sua piccola azienda campana “Il Tufiello” dove 2 ettari di vigneto danno vita al Don Chisciotte un Fiano che ha già riscosso parecchi consensi...) ha frequentato uno stage presso la cantina di Elena Pantaleone, dove ha conosciuto l'enologo Giulio Armani (con cui tuttora collabora), consentendo a Guido di acquisire le pratiche enologiche con cui oggi produce il suo vino e che troviamo elencate con grande semplicità sulla retro-etichetta del Baccabianca... “Prima la vigna, poi lunghe macerazioni, lieviti indigeni, non filtrato”.
La Tenuta si estende per 32 ettari di cui 17 vitati con predominanza di uve autoctone che ben rappresentano il territorio del Monferrato, come il Cortese, il Freisa, la Barbera e il Dolcetto, dalle quali si ricavano circa 25.000 bottiglie l'anno. Tutto il processo che porta alla realizzazione di questi vini, avviene nella maniera più naturale possibile, a partire dalle vigne, coltivate a regime biologico, senza l’utilizzo di concimi e diserbanti chimici (solo rame e zolfo), con rese basse e piante sane, che regalano uve di ottima qualità. In cantina la vinificazione segue un percorso lento ma spontaneo, con macerazioni lunghissime e utilizzo di lieviti indigeni, limitando l'utilizzo di solforosa e nessuna filtrazione. Gli affinamenti sono lunghi sia durante la permanenza nelle botti di legno grande che in bottiglia. Il tutto sempre variabile a seconda delle caratteristiche di ogni singola annata, con interventi sul vino ridotti all'osso, per ottenere un prodotto che riesce ad esprimere il carattere del territorio e l'attenta cura del suo vignaiolo.
Il vino che ho stappato e che vi racconto, é il Baccabianca 2006, vino bianco prodotto con il 100% di uve Cortese vendemmiate a settembre e vinificate in rosso; quindi con lunga macerazione (circa 40-60 giorni) sulle proprie bucce, a cui segue l'affinamento in acciaio e quasi un anno in bottiglia.
Stappo con il dovuto anticipo, verso, assaggio ed entro in contatto diretto con il mondo della Tenuta Grillo, finalmente ritrovo nel bicchiere un vino che sa parlare e non racconta sempre le solite cose.
Partiamo dal colore… é un così detto vino "aranciato"… che ricorda l’ambra, molto brillante in controluce, leggermente denso, scende viscoso lungo le pareti del bicchiere. Impossibile attraversarlo con lo sguardo, è un vino non filtrato e rimane velato, quasi intorbidito, un po' come quando guardiamo il mare attraverso la maschera da sub. Infilo lentamente il naso nel bicchiere, temo mi arrivi un bel cazzotto sul naso... invece il Baccabianca arriva lentamente, con un bouquet mai aggressivo. Inizialmente piuttosto chiuso, va lentamente ad aprirsi e a regalarci sensazioni olfattive particolari. Tendezialmente amarognolo, dato che sono le sensazioni erbacee e di fieno, di cannella... addirittura nocciola, nespole e legno di bosso a farsi notare, distinguendolo dai classici bianchi aromatici dove domina la dolciastra sensazione di frutta matura a polpa bianca. Anche al palato sa contraddistinguersi. Ovvero un bianco che sembra un rosso ma con una piacevolissima e quasi inaspettata bevibilità e digeribilità, che tradotto, significa seccare la bottiglia mentre ancora sei li che cerchi di capire fino in fondo tutte le sfumature di questo vino. Morbido, caldo e avvolgente, con spiccata tannicità, strutturato e di ottimo corpo, sa essere succoso e polposo, ritrovando qui le sensazioni di frutta matura, ma anche una vena più tostata. Un vino rustico nell’approccio ma ricco di fascino da scoprire sorso dopo sorso, con un finale lungo, persistente, amarognolo e vegetale. Ottima personalità.
Sicuramente un vino particolare, direi quasi moderno, nel suo essere "espressione" di una tecnica vinicola antica e artigianale. Forse non piacerà a tutti, soprattutto se siete amanti dei bianchi “estivi”, leggeri, freschi, dinamici e aromatici; qui la faccenda è un po’ più complessa, ci vuole maggior attenzione e voglia di sperimentare sensazioni gustative a cui non siamo abituati.
Proprio per questi motivi ci siamo entusiasmati con questo Baccabianca, diverso dal solito bere, ha creato dibattito e ha saputo stupirci. Osservi la bottiglia in controluce e vedi questo bianco che è arancione (il mio vecchio pensava mi fosse andato a male…), denso, ricco di “fondo”, ti aspetti un vino che è una mazzata, ed invece mostra i muscoli solo in parte, rilevandosi strepitoso nell’abbinare struttura e sensazioni olfattive-gustative particolari, senza risultare faticoso o stancante… anzi… piacevole e gustoso anche grazie ad una alcolicità non elevata (12%vol) che lo rendono più leggero e digeribile.
Io l’ho trovato ottimo servito leggermente fresco accompagnato a formaggi francesi a pasta molle ma saporiti, alternativamente anche su una gustosa Paniscia ci calza a pennello. Non é facilmente reperibile, almeno che troviate enoteche che propongono vini naturali o meglio ancora partecipate alle rassegne enologiche dedicate ai vignaioli indipendenti a cui la Tenuta Grillo é associata. Il prezzo di acquisto si aggira sulle 16 euro.
Se con il Gutturnio della Stoppa ci ascoltavo i CCCP con i vini di Zampaglione metto su 13 Songs dei Fugazi. Chi conosce i paladini della scena alternativa americana ha già capito tutto… per tutti gli altri sappiate che i Fugazi sono la parte sana ed evoluta dell'hc/punk di Washington D.C. Sempre fedeli al D.I.Y. (do it yourself), autoprodotti in tutto e per tutto, ambasciatori della filosofia straight edge nel mondo. Un rock nudo e crudo ma che ne combatte la parte malsana, con un deciso no alla violenza, all’alcool, e alle droghe, fino ai continui appelli durante i loro concerti per evitare stage diving e pogo sfrenato (ho un ricordo indelebile del loro concerto al Leoncavallo nell'ormai lontano 1999….).
Ecco Tenuta Grillo e Baccabianca ci stanno alla grande con la band di MacKaye e Picciotto… radicali e coerenti con le loro scelte, apparentemente trasgressivi nel regalarci vini e canzoni mai omologate. Così come i brani di 13 Songs, richiedono impegno ed attenzione per essere assimilati e apprezzati, anche i vini della Tenuta Grillo richiedono predisposizione e apertura mentale. Chi li saprà capire godrà (in entrambi i casi) di prodotti longevi che più invecchiano e più ci piacciono. Entrambi vogliono realizzare qualcosa di autentico, senza compromessi e senza filtri, genuino, artigianale e faticoso, che richiede dedizione, passione e sudore.
A entrambi del disco d’oro o del primo posto tra gli album più venduti non gli importa un fico secco. Proprio per questo o li ami o li odi… ma se li ami… è passione vera. Voto:8